
Due giorni sulle Alpi con Francesco Tomè: avventura, imprevisti e una nuova amicizia
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Martedì 8 luglio alle 3.30, con gli occhi ancora mezzi chiusi, carico in macchina tenda, sacco a pelo, cibo, vestiti di ricambio, bastoncini da trail running e tutto l’occorrente per passare due giorni sulle Alpi con Francesco Tomè. Ortles Run ha scelto di supportare Francesco e il suo progetto "Endless Peaks" perché rappresenta perfettamente i valori del nostro brand: esplorare posti nuovi, vivere avventure autentiche e stare sempre all’aria aperta. Se vuoi approfondire il progetto di Francesco puoi leggere l’articolo dedicato qui.
Arrivo a Fondo, in Trentino Alto-Adige, alle 6.15 del mattino. Francesco è leggermente in ritardo e ne approfitto per sistemare auto, zaino e borse. Poco dopo lo vedo arrivare insieme a Emmanuel, un amico che lo accompagnerà per il supporto logistico con il van. Dopo una breve presentazione di persona – ci eravamo sentiti solo al telefono e via WhatsApp – siamo subito pronti a partire.

Dopo una notte di pioggia, scarpe bianche e calze chiare non sono state la miglior scelta 😂
La prima giornata prevede una tappa di 37 km con 2100 metri di dislivello. Iniziamo a correre lungo strade bianche e forestali, terreni relativamente facili, anche se la distanza resta impegnativa. Francesco è al suo diciannovesimo giorno di corsa, calcoliamo che ha già percorso circa 800 km dalla partenza a Vrata. Parliamo tanto: la giornata è fatta di scoperte, scambio di esperienze e visioni. È interessante notare come la mentalità giovane e piena di energia di Francesco si fonda facilmente con la mia più matura; l’incontro tra noi avviene naturalmente grazie alle passioni condivise per la corsa, la montagna e le avventure.
Vista da Malga Lauregno
L’unico vero ostacolo della giornata arriva a soli 4 km dalla fine. Il sentiero, indicato dal GPS, sparisce letteralmente. Non ci sono segnali né indicazioni, solo un fitto bosco con erba alta, alberi caduti e tracce vaghe di un vecchio sentiero abbandonato. Proviamo a tornare indietro, ma niente da fare. Ci buttiamo quindi giù per il bosco, incerti e un po’ arrabbiati per questa situazione surreale. Dopo alcuni minuti complicati, ritroviamo finalmente un sentiero ben tenuto che ci porta verso l’arrivo. Una piccola disavventura che fortunatamente finisce bene. La traccia Strava della giornata è disponibile qui.
Il secondo giorno ci svegliamo presto. Sono previsti 47 km con 3200 metri di dislivello e due passi oltre i 2500 metri. La notte precedente aveva nevicato sopra i 2800 metri e le temperature alla partenza sono piuttosto basse (circa 7 gradi). All’inizio facciamo fatica a scaldarci, ma poi il sole esce e tutto migliora rapidamente. Salendo verso il Passo Palù, ci godiamo un panorama straordinario con ghiacciai lontani: riconosciamo facilmente Cima d’Asta, il Gruppo di Rava e la Cima Sette Selle. La fatica della salita lascia spazio alla gioia e alla bellezza dei luoghi.
Passo Palù: per terra si vede ancora qualche rimasuglio di neve della notte prima
Scendiamo rapidamente fino a Rabbi Fonti, dove Emmanuel ci aspetta con un pranzo pronto e meritato. La pausa è breve, perché ci aspetta un’altra salita impegnativa verso il Passo Cèrcen a 2600 metri. È proprio lì che viviamo il nostro momento più bello della giornata: il panorama è spettacolare e l’umore mio e di Francesco è al massimo.
Come spesso accade, la difficoltà arriva proprio quando ormai ci sentiamo arrivati. Anche stavolta il GPS ci fa fare avanti e indietro per qualche chilometro extra, e la stanchezza si fa sentire. Finalmente arriviamo a Pejo, dove ad attenderci c'è Emmanuel con il van. È in quel momento che la stanchezza ci investe tutta insieme, ma è una stanchezza che lascia spazio alla soddisfazione per la bella esperienza vissuta.
La traccia Strava della giornata è disponibile qui.
Dopo questi due giorni insieme, 84 km percorsi e 5200 metri di dislivello superati, sento che è nata una nuova amicizia. Se dovessi passare per Firenze, so che Francesco ci sarà sempre, così come Ortles Run e io personalmente saremo sempre pronti a supportarlo nelle sue future avventure. Perché è questo il bello di condividere la fatica e le emozioni della montagna: ogni avventura crea legami autentici e indimenticabili.